Per decisione del Destino sono nato a Roma ormai troppi anni fa. E la mia bio si potrebbe concludere qui. In fondo a voi dovrebbe interessare solamente se io sia un bravo fotografo o meno. Ma gli algoritmi e i motori di ricerca hanno deciso che debba mettere del testo, quindi vi racconterò qualcosa di me. E qui viene il difficile. Solitamente in questi casi si cade in una specie di autocelebrazione di se stessi, dipingendosi diversi dagli altri, per poi accorgersi che tutte le bio sono uguali e noiose.
Io non voglio annoiarvi, e non mi voglio annoiare neanche io, quindi scriverò cose forse con poco senso e con nessuna parola chiave, il webmaster mi perdonerà.
L’essere nato a Roma, in una Roma diversa da oggi, mi ha donato tante cose, come l’ironia, l’amore per la storia e per l’arte, la curiosità e il sapersela cavare in ogni situazione. Come il 98% delle persone amo gli animali, ho quattro cani, un passerotto trovatello e un cavallo, che mi guardano negli occhi tutti allo stesso modo, trasmettendomi direttamente nell’anima una domanda profonda e incessante -“Quando si mangia?”.
E nonostante questo li amo in modo incondizionato.
Nello stesso modo in cui amo mettermi nelle più assurde situazioni pur di avere qualcosa da raccontare, da fotografare, da scrivere. Che sia in città, perso in un bosco, in una villa abbondonata o in una discoteca alle tre del mattino. Il mondo lo vedo come un grande spettacolo dove regista e scenografo sono in pausa caffè da sempre, lasciando attori e attrezzisti al loro destino. Se siete incuriositi di quello che sto dicendo, date un occhiata al mio diario www.lestoriedialtroquando.it. Pratico molti sport in maniera approssimativa, soprattutto il surf in modo disdicevole, le mie entrate in acqua con la tavola sono un insulto a Poseidone, eppure mi fa sentire talmente libero da essere perdonato anche dagli Dei. Non la dico per fare il finto umile, il modesto che poi tira fuori la performance da campioncino regionale. Io faccio proprio ridere e il più delle volte mi faccio anche male, ma mi diverto come un bambino e questo è ciò che conta. Come con la fotografia, ma li sono campioncino regionale. La passione me l’ha trasmessa mio nonno, le sue macchine fotografiche, i suoi negativi ingialliti dal tempo e i suoi racconti. Da piccolo vagabondavo con la sua Ricoh 500 G al collo, 36 scatti e gli occhi ben aperti. Alla fine questa passione per i racconti e le foto ha fotto diventare un fotoreporter. Un periodo stupendo, senza orari o pause pranzo, eternamente di corsa, con i cartelli “vietato entrare” sempre dietro le spalle. Adoravo quella vita, e sarebbe potuta durare ancora oggi, se non fosse stato per il mio carattere. Per questo, dopo qualche anno, decisi di avere un solo, lunatico e dispotico datore di lavoro. Me stesso. La fotografia di matrimonio è così diventata un ottimo compromesso per continuare a raccontare storie. L’esperienza giornalistica mi ha dato modo di sviluppare un diverso approccio, cercando di evitare le pose, mettendo in primo piano il racconto, ma mi sto rendendo conto di stare scadendo nell’autocelebrazione, quindi prima di arrivare a raccontarvi che potevo giocare in serie A, ma poi è successo questo e quello, preferisco chiudere rispondendo alla vostra domanda iniziale.
Sono un bravo fotografo? La risposta è sicuramente non sono il fotografo più bravo del mondo, e sicuramente non sono il fotografo peggiore del mondo, di sicuro sono un fotografo con il suo stile. E se il mio stile vi piace, allora sono il fotografo giusto per voi.