Durante questi anni di lavoro, mi è spesso capitato di imbattermi in fotografi divi, sempre pronti a rubare la scena agli sposi, a volte cercando di indirizzare gli eventi secondo la loro idea o convenienza.
Ho sempre pensato che non sarebbe mai stato il mio modo di lavorare.
Il miglior complimento che mi si possa fare dopo un servizio è quello di non avermi visto durante tutta la giornata. Se il matrimonio fosse un palcoscenico, mi muoverei tra le quinte, la balconata, la platea e la buca del suggeritore.
Discrezione. Sempre. E consigli, quando richiesti.